"J'ai passé bien des heures solitaires et émues devant ce temple, plongé dans cette contemplation silencieuse et profonde qu'il faut pour pénétrer les beautés de l'antique, beautés si simples, si naturellement sublimes qu'elles n'étonnent jamais le premier regard"
 
EMILE MARVEJOULS, 1860

Ultimo dei grandi peripteri classici, Il tempio F, per gli archeologi, si erge intatto da quando fu edificato nel 430 a. C., sul costone di tufo che cinge a sud, la città. Meglio conosciuto come "Tempio della Concordia", deve il suo nome a Tommaso Fazello che rinvenne nei pressi dell'edificio una lapide dedicatoria alla pace con la città siciliana di Lilibeo (odierna Trapani). Ebbe il destino, come altri edifici nella città e nell'isola, di essere convertito in chiesa cristiana, nel 597 d.C. per mano del Vescovo Gregorio.
In 25 secoli subì varie trasformazioni alcune delle quali lasciarono segni ancora oggi leggibili sulle superfici murarie, ricostruire con certezza le varie fasi è molto complesso: la carenza sia di documentazione iconografica che la frammentarietà di riferimenti storici, la rimozione nel 1789 della cappella dedicata a San Gregorio e i successivi e continui restauri, in certi casi di sostituzione di intere parti con conci freschi di cava, rifacimenti, colmature ne rendono difficile la lettura.
Dal bios sul vescovo Gregorio dell'agiografo medioevale Leonzio, sappiamo che originariamente la prima basilica fu dedicata ai santi Pietro e Paolo poi, nel XI secolo, si ha notizia di una cappella dedicata proprio a San Gregorio dei greci .
L'esistenza della cappella all'interno del tempio prima della sua distruzione è confermata dalle descrizioni dei viaggiatori del Settecento.

Henri Swinburne
 Ritratto di Henri Swinburne
Henri Swinburne racconta:
"Sa conservation est due à la piété de quelques chrétiens qui ont couvert la moitié de la nef, et en ont fait une église sous l'invocation de saint Grégoire, évêque de Girgenti. (...) Le sanctuaire a (...) un escalier qui conduit aux Chambers pratiquées dans la toiture"
 ed ancora M. Brydonne, nel 1777, 
"Dans l'enterieur du Temple on a élevé depuis quelque temps une petite Eglise dédié à St. Gregoire Evéque. Si cette nouvelle construction défigure un peu  la beauté de l'ancienne architecture".
La più antica descrizione della cappella prima della sua rimozione è quella di J.P. D'orville. Fu in Sicilia nel 1727, e tra il 20 Maggio ed il 26 Luglio, visitò Girgenti.

J.P. D'Orville  Girgenti
J.P. D'Orville 

Vide e descrisse il Tempio classico ed indirettamente la chiesa al suo interno, alle sue parole, come guida, possono essere affiancati dei disegni (una pianta e una sezione longitudinale) pubblicati mezzo secolo dopo da J. J. Winckelmann, che gettano un pò di luce su quale era lo stato della chiesa prima della demolizione operata dal principe di Torremuzza.


Johann Joachim Winckelmann	 Girgenti
Johann Joachim Winckelmann

Purtroppo prima dell'intervento di liberazione non fu effettuato nessun rilievo e non fu nemmeno stilato un elenco puntuale dei lavori da effettuare. Il principe di Torremuzza infatti si limitò ad indicare i disegni pubblicati da Winckelmann come base del suo intervento. Va osservato che questi disegni non erano nelle intenzioni e quindi non possono essere considerati come dei "rilievi" intesi nel senso moderno, non rappresentano le reali condizioni dell'edificio, il focus era sul tempio e sulla restituzione del suo aspetto originario, e viene quindi riprodotto completo di ogni sua parte, si omisero molti particolari: manca il muro (o i resti) che obliterava la facciata del pronao, o le tettoie che erano state ricavate nella stessa area, non sono stati indicati i muri che chiudevano la peristasi, in pianta eliminati gli accessi ricavati nel corpo del crepidine...
Tempio della Concordia
Pianta ed alzato del Tempio della Concordia (da Winckelmann)

Sezione chiesa San Gregorio
Sezione longitudinale del Tempio della Concordia (da Winckelmann)

Ma, ritornando alle parole di D'Orville, integrate da quelle di Winckelmann (che, come lui stesso afferma non fu mai ad Agrigento e basò le sue descrizioni sui resoconti dell'architetto scozzese Robert Mylne e dell'architetto parigino Giacomo Barbier de Noisy), si deduce che:
  • L'apertura del vano scala sulla parete nord della cella era murata "Ingressi aedem mirati fuimus, quid sibi vellent hi prominentes parietes: deinde baculorum pulsu cognovimus, esse ibi cavitatem: effracto igitur muro vidimus ibi scalas angustissimas, cochleares quidem sed angulares" così come l'accesso della torre scala meridionale "ibi etiam percepimus, a parte meridionali, nam septemtrionalem parietem percusseramus, esse  similes scalas (D'Orville) 
  • Erano ancora presenti le macerie dei muri di chiusura della peristasi (Wickelmann). 
  • La chiesa occupava spingendosi con un muro, tra la quinta e la sesta colonna (lato est), nella cella del tempio (D'Orville) 
  • Lo spazio tra le colonne e le ante del pronao erano murate ma un tempo, come afferma D'Orville, dovevano essere aperte. 
  • Il vano della porta di accesso del pronao era stato chiuso da un muro, ma si poteva ancora scorgere la sagoma dell'apertura (Winckelmann) .
  • La cappella all'interno si presentava come un piccolo spazio coperto a volta (...concamerata conclave parvum) e sopra un vano, grande quanto la chiesa sottostante (... in fornicem sive cameram superiori ex parte coiens" (D'Orville) accessibile dalla scala della torre settentrionale (Winckelmann) . 
  • Forse date le pessime condizioni in cui versava la chiesa, D'Orville ritenne che la scala della torre meridionale portasse sotto le fondazioni del tempio, in uno spazio sacro (l'aditum). Parallelamente Barbier ritenne, erroneamente, che le scale nel tempio "gemello" di Giunone, portassero all'aditum ad anello, ricavato nelle fondazioni. 

temple of Juno Agrigento
L'accesso alle fondazioni ricavate all'interno del tempio di Giunone

Chiesa San Gregorio Michele Vella
La cappella di San Gregorio nel disegno del Vella

Luigi Mayer (c.1755 - 1803): Veduta di un antico Tempio creduto di Esculapio i piu lontani della Concordia ad Ercole Esisti in Agrigento,Olio su Tela.1776-92,© Sir John Soane’s Museum, London”.

Poche immagini testimoniano la presenza della cappella dedicata a San Gregorio dei Greci, i vari disegnatori pur di rappresentare solo il tempio, utilizzarono diversi espedienti, come la scelta di punti di vista abbastanza bassi o l'uso di alberi o fumo tali da nascondere il tetto della chiesa e, in alcuni casi, si rinuncia a disegnare anche la cella. 

Unidentified 18th C artist, Original drawings: Agrigento (Sicily): Temple of Concord, also called Tempio di S. Gregorio

Unidentified 18th artist, Original drawings: Agrigento (Sicily): Temple of Concord, also called Tempio di S. Gregorio

In pianta viene eliminata la cappella, ma è rappresentato il muro che chiudeva la porta di accesso del pronao.