Latomia con incavi votivi in località Campo Sportivo 

Nel corso di lavori di sbancamento per la costruzione  di un edificio della Cooperativa '' La Casa del Vigile" a Sud della Via Manzoni, veniva scoperta una latornia di età greca (fig. 12) che si è potuta poi conservare in parte all'interno di un vano interrato dell'edificio. Le pareti della cava sono forate, nella parte superiore, da quattro ordini di incavi votivi, alcuni dei quali sormontati da un frontoncino. Si tratta del primo esempio in Agrigento di santuario ellenistico ricavato nelle pareti di più antiche cave, connesso con il culto dei defunti eroizzati, come meglio testimoniano le latormie di Akrai. Anche il nostro avanzo trovasi in zona di necropoli di età ellenistica, poco fuori da una delle porte meridionali della cinta muraria (Porta IX). Lo sbancamento operato dal mezzo meccanico, prima dell'intervento della Soprintendenza, non ha consentito uno scavo del deposito archeologico accumulato ai piedi della roccia. Il materiale raccolto, in parte nella pulitura delle nicchiette, comprende ceramica acroma: tazzine, skyphoi, vasetti miniaturistici e lucerne monolicni, databili nel III secolo a. C. 

E. DE M.
Sopr. Ant. Agrigento - Soprintendente : dott. Pietro Griffo.
Direzione dei lavori: dott. Ernesto De Miro (1963).





sacco Agrigento via Manzoni


Nel corso dell'ottocento la Sicilia, ricca di importanti siti archeologici, paesaggi e città barocche,  diventò una tappa obbligata del cosiddetto "Grand Tour". Un'importante destinazione che riuscì ad attirare viaggiatori, per lo più intellettuali e aristocratici, provenienti da ogni angolo d'Europa.

I viaggiatori ritornavano in patria, in base alle proprie disponibilità, con un reperto archeologico, con i disegni Del Vella (link), con un diario di viaggio ma c'era anche chi amava ritrarre i luoghi visitati.

Nel 1961 Mrs Macleod decise cedere all'Ashmolean Museum di Oxford alcuni disegni in suo possesso,  di piccolo formato, risalenti al 1834.

Le opere furono eseguite da un anonimo artista su carta, con grafite, penna e inchiostro marrone.

Gli schizzi, eseguiti con tratti veloci e dettagliati, ritraggono i templi agrigentini della Concordia e di Giunone, la porta Felice di Palermo e la piccola chiesa di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino.


Tempio di Giunone ad Agrigento
"Rovine di un tempio Classico", (Tempio di Giunone)


Tempio della Concordia Girgenti
Tempio della Concordia sullo sfondo il Tempio di Giunone


Interno del Tempio della Concordia a Girgenti
Interno del Tempio della Concordia


Porta Felice a Palermo
Porta Felice, Palermo 


Convento di Santa Rosalia, Palermo
Convento di Santa Rosalia, Monte Pellegrino 

 

Sciacca. Risaia. 14 Maggio 1825. Sicilia © 2023 ABBOTT and HOLDER


“Passammo un altro fiume e arrivammo a vaste risaie preparate, in parte, per la.... e in parte per la semina. Un grande numero di persone e buoi erano al lavoro, tutti con l'acqua che arrivava fin sopra le caviglie. Alcuni battevano le zolle di terra, altri caricavano acqua. I proprietari erano a cavallo, con cappelli a tesa larga, la scena mi ricordava un piantatore delle Indie occidentali e ai suoi schiavi. 

I semi del riso erano di riserva sul dorso di un mulo dall'aspetto malinconico; sembrava infatti non gradire molto il "pediluvio". La vista della parte interna della campagna era bella: un Paese grande e un Castello in alto, dei bei Monti sagomati ai quali poi ci avvicinammo, una vecchia Torre rotonda, e parte di un castello quadrato più vicino al mare, con Sciacca e dietro la costa; la Città dalla luce che sembra molto bella su un'altura bagnata dal mare. Vicino Sciacca su un'alta rupe o monte sulla destra sono delle terma molto rinomati, e ai piedi della collina, su cui sorge la città, sono moderni bagni sulfurei, anch'essi molto pregiati.


Il retro dell'acquerello con descrizione della scena. © 2023 ABBOTT and HOLDER

Vista a volo d'uccello di Girgenti
Vista a volo d'uccello di Girgenti disegnato dalla nostra stanza, 13 Maggio 1825. Sicilia © ABBOTT and HOLDER

“Ho cercato di rappresentare ciò che in natura è una vista bellissima, specialmente quella campagna che un tempo fu granaio d'Italia: com'é cambiato tutto! e quanto sono uniche le fenditure nel terreno, ora formate da rocce. Una grande parte su cui si posa l'occhio è selvaggia, simile a una brughiera: terreno argilloso marcio di argilla blu, con pascoli, ma da nessuna parte abbiamo visto mais. Alla foce del torrente si trova il Porto di Girgenti: dominano la vista i due maestosi Templi; il grande edificio massiccio è un convento – l'Ordine dei Monaci - che ho dimenticato di menzionare"


Il retro dell'acquerello con descrizione della visita. © 2023 ABBOTT and HOLDER


Link Acquerelli:

n. 27 - "Il Tempio di Giunone a Girgenti"
n. 28 - "Il Tempio della Concordia e il Tempio di Giunone"
n. 29 - "Vista a volo di uccello di Girgenti"
n. 30 - "Monte Allegro"
n. 31 - "La risaia di Sciacca"

tempio concordia acquerello
Tempio della Concordia. Girgenti 13 Maggio 1825. Tempio di Giunone. Sicilia © 2023 ABBOTT and HOLDER

 “Siamo ritornati indietro fino al bel Tempio della Concordia, il più grande e perfetto, e che, in parte, deve la sua conservazione conversione in Chiesa Cristiana, sebbene per fare ciò sono stati tagliati alcuni muri e costruite alcune colonne, il che ha danneggiato un pò l'aspetto dell'interno. Le scale sono rimaste, ma dovrei sospettare che appartenessero alla Chiesa piuttosto che al Tempio, anche se si dice che fossero usate dai Sacerdoti per osservare il volo degli uccelli.

Il retro dell'acquerello dove si descrive la visita. © 2023 ABBOTT and HOLDER

Elizabeth Campbell partì con un gruppo di viaggiatori da Napoli il 26 aprile del 1825, a bordo della nave a vapore "Re Ferdinando". Il tragitto passava per l'isola di Capri, lo Stromboli, Lipari, Scilla e parte delle coste Calabresi, per poi dirigersi direttamente alla volta di Messina. Da qui, a dorso di mulo, si diressero a Taormina passando poi per l'Etna, Giardini Naxos, Catania e Augusta, e arrivarono a Siracusa il 6 di Maggio. 
Da Siracusa passarono per Palazzolo Acreide, Gela, Girgenti, Sciacca per arrivare a Selinunte il 15 dello stesso mese.
Da Selinunte, sempre a dorso di mulo, si diressero a Salemi e nel tragitto ebbero anche l'occasione di ammirare le rovine di Segesta. Il punto di arrivo fu Palermo, per la precisione  il 17 Maggio. Tre giorni dopo, il gruppo lasciò definitivamente l'isola il 20.
Durante il suo tragitto, cosa molto comune nei viaggiatori dell'epoca di allora, la Signora Campbell tenne un diario in cui non solo annotò tutto quello che aveva visto ma accompagnò lo scritto con delicati disegni ad acquerello.

Frontespizio del diario di Elizabeth Campbell
Frontespizio del diario di Elizabeth Campbell © 2023 ABBOTT and HOLDER


La raccolta presenta 44 acquerelli (8x11 pollici), di cui 5 ritraggono luoghi e paesi dell'agrigentino.
in dettaglio (con relativi link):

n. 31 - "Sciacca. Coltivazione di riso"



Girgenti, 'Tempio di Giunone". 13 Maggio 1825. Sicilia
Girgenti, 'Tempio di Giunone". 13 Maggio 1825. Sicilia © 2023 ABBOTT and HOLDER

"Zigzagando tra gli uliveti raggiungemmo finalmente il famoso Tempio della Concordia, ma non ci fermammo, girammo a sinistra verso il Tempio di Giunone Lucina, che è posto sulla parte più alta della roccia: una posizione maestosa e che domina la vista. Queste rocce erano le mura della città in cui furono scavate delle tombe:  si dice, che fu ordinato ai soldati di farlo in modo tale da triplicarne i vantaggi: la difesa della loro città, dei loro dei e dei loro antenati; ricordiamo che gli antichi davano più rispetto ai morti rispetto a oggi, e i templi furono eretti sulla linea delle Mura, anche per accrescerne la sacralità. 

Il Tempio di Giunone, come tutti gli altri, è costruito con la pietra locale, e questa sembra essere una specie di pietrisco o arenaria, in cui sono presenti piccole conchiglie e mentre salivano verso la città osservammo dal ciglio della strada una grande quantità di fossili di grandi e belle conchiglie: in forma di un lungo quadrato, il semplice dorico, con colonne scanalate senza alcuna base; molte delle colonne imperfette e un'apparenza degli effetti del fuoco su gran parte della pietra. Si dice che questo Tempio sia stato bruciato da Gel quando i Cartaginesi presero Girgenti. Il muro interno dell'Altare può essere facilmente rintracciato e anche il condotto per l'acqua, e l'immenso spazio lastricato, si trova prima dell'ingresso del Tempio a cui conducono i gradini.

Il retro dell'acquerello dove si racconta la giornata. © 2023 ABBOTT and HOLDER

Montallegro acquerello
Monte Allegro. 14. Maggio 1825. Sicilia. "Riposo del nostro Gruppo"
Deaks!! Signor Walker, EC, signor Stroud. Signor Moor'

da un Album di acquerelli di Elizabeth Campbell, 8x11 pollici.© 2023 ABBOTT and HOLDER

"Monte Allegro è il paese dove abbiamo fatto riposare i nostri muli e abbiamo anche trovato un piccolo posto e vicino una miniera. Il paese oggi si trova ai piedi della montagna su cui ancora sono presenti le rovine delle case, un Castello e le mura, qui gli abitanti furono spinti dai Saraceni e le rovine fanno un ottimo effetto quando ti avvicini, però si sente la mancanza di alberi, perché le rocce sono bianche. La locanda era un posto troppo povero per entrare, e alla fine i proprietari, come migliore alternativa a una casa, trovarono un ulivo a poca distanza dal paese; il posto si trovava in un giovane campo di cotone, la pianta infatti era nelle prime fasi di crescita e non era del tutto diversa da una pianta di fave.

Qui mangiammo le nostre provviste fredde e ci concedemmo un pisolino, il mio non molto lungo, mentre andavo sotto una roccia per disegnare il gruppo che stava riposando, ero così concentrata ma fui piuttosto "elettrizzata" da un serpente nero che passò rapidamente  sul collo del mio piede e con la sua coda mi diede un colpo così forte sulla caviglia che pensai immediatamente che mi avesse morso.

Fu il colpo che attirò la mia attenzione e vidi l'animale per un istante, tanto era veloce, fui preoccupatissima per 'Nip' (il cane bianco sulla sinistra), in quanto l'unica via d'uscita era un cespuglio di rovi alla mia destra. Il signor S. mi era vicino e l'ha visto, ha anche dato una mano nella nostra infruttuosa ricerca, quindi ho concluso che il serpente si fosse ritirato nella sua tana. Si dice che questo tipo di piccolo serpente  nero, con una coda molto spessa, sia molto velenoso. 

Dal paese folle di donne e bambini erano uscite a guardarci. Una vecchia aveva un cesto pieno di carciofi selvatici che trovammo molto rinfrescanti da mangiare. Erano bolliti, freddi e non troppo maturi, e lei aveva tolto tutte le foglie esterne.

Vedemmo un'immensa quantità di piante in tutta l'Isola, specialmente nella parte del Paese in cui arrivammo in poco tempo, dove un lungo sentiero di campagna sembrava abbandonato a questa pianta e al finocchio selvatico, i cui steli avevano tutto l'aspetto di giovani alberi, e un lato della riva ci induceva a immaginare a una piantagione appena piantata. 

Alcuni contadini stavano tagliando gli steli di molti pollici di circonferenza e molto più alti di un uomo. Non ho potuto sapere per quale scopo venissero utilizzati.


Il retro dell'acquerello dove si racconta la giornata. © 2023 ABBOTT and HOLDER